L’Italia e l’arte della disfatta: Lippi non ha insegnato nulla

La cocente sconfitta in Italia-Macedonia rievoca vecchi spettri in casa azzurra. Una disfatta che somiglia più a quella di Lippi rispetto a Ventura

Sembrava impossibile alla vigilia, e invece l’Italia di Mancini alla finale col Portogallo non ci è arrivata neppure. A Palermo arriva una sconfitta incredibile contro una squadra, la Macedonia, di diversi livelli inferiore, ed è una disfatta vera, un disastro per il calcio italiano che bissa quello di 4 anni fa, anzi se possibile anche peggio.

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Le lacrime di Jorginho dopo Italia-Macedonia (Foto LaPresse)

Una partita dove la Nazionale di Mancini è sembrata inerme, bloccata soprattutto mentalmente ed è venuta meno proprio nei singoli più importanti, quelli che pochi mesi fa alzavano al cielo la coppa dell’Europeo a Wembley. Donnarumma, Jorginho, Barella, Immobile e sì, purtroppo anche Lorenzo Insigne, entrato ormai in una parabola discendente che si ripercuote anche sulle prestazioni in campionato.

Una disfatta che con le dovute distanze ricorda quella di Lippi al Mondiale 2010. In quell’occasione l’allenatore ex Juventus ed Inter si presentò in Sudafrica mantenendo molti, forse troppi giocatori dell’Italia che 4 anni prima alzò nel cielo di Berlino la Coppa del Mondo. Ma in quella squadra di altisonante c’erano solo i nomi: Cannavaro non era più il difensore da Pallone d’Oro, Camoranesi e Zambrotta erano ormai l’ombra di quel che erano stati, mentre Pirlo viveva forse il periodo più complicato della sua carriera nel Milan di Allegri. E il risultato non poteva che essere impietoso: ultimo posto in quello che con ogni probabilità era il girone più facile del Mondiale, con Nuova Zelanda, Paraguay e Slovacchia. Due pareggi con Paraguay e Nuova Zelanda e sconfitta decisiva per 3-2 contro la Slovacchia dell’ex capitano azzurro Marek Hamsik.

Analogamente, sebbene l’età anagrafica degli uomini di Mancini non collima con il precedente del 2010, è innegabile che tanti di questi, in primis Barella e Insigne, nell’ultimo periodo hanno dimostrato di non essere nel loro momento di forma migliore neanche in campionato. A differenza di altri come Zaniolo e Zaccagni che stanno vivendo un momento d’oro a Roma, così come Pellegrini e anche Raspadori, entrati solamente nel finale.

Adesso si chiude un capitolo doloroso e si torna a pensare al campionato. Atalanta-Napoli il prossimo 3 aprile, Spalletti fa i conti con tanti indisponibili e una formazione obbligata: per Insigne e Politano un’occasione di riscattarsi subito e dimenticare in fretta una tremenda delusione.

Italia-Macedonia del Nord, il tabellino

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Marco Verratti (Foto LaPresse)

Italia (4-3-3): Donnarumma; Florenzi, Mancini (88′ Chiellini), Bastoni, Emerson; Barella (77′ Tonali), Jorginho, Verratti; Berardi (88′ Joao Pedro), Immobile (77′ Pellegrini), Insigne (64′ Raspadori).

A disposizione: Cragno (P), Sirigu (P), Acerbi, Cristante, De Sciglio, Pessina, Politano.

Macedonia del Nord (4-4-2): Dimitrievski; S. Ristovski, Velkoski (86′ Ristevski), Musliu, Alioski; Churlinov, Ademi (58′ Ashkovski), Bardi, Nikolov (58′ Spirovski); Trajkovski, M. Ristovski (71′ Miovski).

A disposizione: Siskovski (P), Naumovski (P), Atanasov, Babunski, Ethemi, Serafimov, Todoroski

Arbitro: Turpin (FRA)

Ammonizioni: Spirovski (M)

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