Il rimpianto più grande di Rafa Benitez: “A Napoli è un’altra cosa”

Il Napoli è tornato a competere per lo scudetto e sull’ottimo periodo azzurro si è espresso anche l’ex Rafa Benitez ripercorrendo la sua esperienza.

Il Napoli, dopo il fondamentale successo ottenuto a Bergamo contro l’Atalanta, è tornato a candidarsi prepotentemente per la vittoria al titolo. I partenopei, adesso, sono chiamati a confermare quanto di buono raccolto fino ad ora affrontando due tra le squadre più in forma del campionato. Fiorentina prima e Roma poi, saranno decisive per capire se la squadra disporrà dei mezzi necessari per imporsi sulle milanesi.

Walter Mazzarri e Rafa Benitez
Walter Mazzarri e Rafa Benitez (LaPresse)

Nel frattempo, durante un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico Rafa Benitez è tornato a ripercorrere la propria esperienza sulla panchina azzurra. L’allenatore ha ribadito l’enorme affetto per i napoletani e la città di Napoli, soffermandosi anche su particolari episodi che avrebbero potuto cambiare il corso della stagione.

Rafa Benitez, il peso degli episodi

Esultanza Napoli
Mario Rui esulta dopo un gol (LaPresse)

Il 27 maggio 2013 il Napoli annuncia ufficialmente l’ingaggio di Benitez sulla panchina azzurra, firmando un contratto biennale (con opzione per il terzo anno) a 3,5 milioni a stagione. Il tecnico spagnolo conquista la Coppa Italia nel maggio 2014, imponendosi per 3 a 1 contro la Fiorentina. Conclude la stagione piazzandosi al terzo posto in campionato e stabilendo il primato assoluto di gol segnati e di vittorie ottenute in trasferta. La stagione successiva, nonostante la vittoria in Supercoppa Italiana contro la Juventus, rappresenta l’ultimo capitolo di Benitez sulla panchina azzurra. Durante l’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore del Napoli ha sottolineato l’importanza dei trofei vinti con i partenopei:”Per gli azzurri sarebbe un traguardo incredibile perché la storia dice che vincere lì è più difficile che a Milano e sono orgoglioso che tra i miei 13 titoli, 2 li abbia conquistati col Napoli. Al di là dei trofei, ho sempre cercato di lasciare un’eredità ed è per questo che sono molto legato ai club dove ho allenato. Ma a Napoli sono rimasto più tempo rispetto a Milano. È una questione di “legacy”, come dicono gli inglesi, ed è stata più marcata: Insigne, Mertens e Koulibaly sono ancora importanti“.

Continuità progettuale per essere più competitivi

Oltre alle belle dichiarazioni rilasciate, Benitez non ha nascosto che restano dei rimpianti per quello che poteva essere ma non è stato:”Io guardo sempre avanti ma con un altro anno in Champions e la vittoria dell’Europa League dopo un’eliminazione discutibile, avremmo avuto più risorse da investire e una continuità progettuale. Potevamo attirare altri campioni ed essere più competitivi. Spesso nei giudizi si sottovaluta il peso di un episodio”.

 

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