IL PAGELLONE @NCL – Mertens asfalta “quello lì”, Insigne è un simbolo. Gabbiadini da dimenticare…

 

Con gli attaccanti siamo quindi arrivati all’ultima tornata del pagellone della stagione del Napoli. Impossibile non riconoscere meriti straordinari al reparto più “bello” a disposizione di Sarri: Callejon, Mertens e Insigne hanno numeri straordinari, davvero impressionanti, e i voti non possono che essere all’altezza, con un pizzico in più naturalmente per il belga. Bacchettata doppia per Gabbiadini, sia per il finale inglorioso sia per quelle parole evitabilissime dopo il mese di calciomercato Napoli che l’ha visto partire alla volta dell’Inghilterra. Ieri è stata la volta del pagellone dei centrocampisti di NapoliCalcioLive; ora ecco a voi i voti degli attaccanti azzurri!

Napoli, il pagellone degli attaccanti: Mertens stravince, Insigne ‘simbolico’

CALLEJON 8 – Quando un calciatore è talmente straordinario che fa sembrare normale tutto ciò che fa. Corre avanti, corre indietro, fa filtro, raddoppia e poi così, di tanto in tanto si toglie lo sfizio di entrare nelle dinamiche realizzative del terzetto d’attacco. Diciassette gol, diciassette assist. Significa che in 34 marcature del Napoli c’è il suo zampino, circa un terzo del totale. Abbiamo finito le parole, perciò facciamo parlare i numeri.

MERTENS 9 – Nove come quel ruolo che – altro che falso – non è mai stato così vero. Vero come i 28 palloni (34 con le coppe) scaraventati alle spalle dei malcapitati portieri avversari, vero come quel nove sulle spalle ‘decolorate’ del suo predecessore, che invece di palloni ne ha scaraventati solo 24 (32 in tutto). “Solo” si fa per dire, ma un numero tutto sommato soddisfacente diventa piccolo così se messo a confronto con le prodezze di Dries, partito a ottobre da ‘9’ ma superiore al suo ex compagno di squadra in tutto, numeri compresi. Ed è davvero un peccato ridurre una stagione strepitosa ad uno sterile confronto con “quello lì”, ma il resto lo sapete già fin troppo bene. In fondo la soddisfazione più grande per i tifosi è proprio che il “Ciro” di casa abbia fatto dimenticare in fretta una ferita estiva che resta ancora profonda, nonostante poi i fatti abbiano dimostrato che non c’è proprio alcun bisogno di disperarsi. Lo capiremo sempre di più, col passare del tempo.

INSIGNE 8,5 – Anche per Lorenzo è stata la stagione della consacrazione. Un inizio shock, con prestazioni non all’altezza, la panchina e i mugugni sempre più insistenti dei soliti fenomeni che non aspettavano altro. Invece poi è arrivato il primo gol, poi un altro e poi un altro ancora e così via fino al gol numero 20 complessivo, il diciottesimo in campionato e forse il più bello di tutti: quel lob fantascientifico a scavalcare Viviano che ha zittito una tifoseria “simpaticissima” come quella della Sampdoria. Milano il suo stadio preferito: sia contro il Milan che contro l’Inter è stato semplicemente Magnifico. Il gol al Bernabeu poteva essere la ciliegina ma purtroppo non è bastato al Napoli per fare l’impresa. Gli resta un campionato da incorniciare e l’agognato rinnovo che rende Lorenzo Insigne un simbolo di questo Napoli e forse finalmente anche di Napoli. Ché per fortuna di fenomeni che mugugnano non se ne sentono quasi più.

MILIK 7,5 – Ok, è durato due mesi, ma sono stati due mesi di fuoco che hanno proposto al calcio italiano questo talento accecante, attaccante fisico ma anche straordinariamente tecnico, che nelle poche apparizioni prima di quel maledetto infortunio ha messo in mostra anche un gran bel fiuto del gol. Al suo ritorno ha trovato la porta sbarrata dall’esplosione di Mertens, ma non basta questo a dimenticare quanto di buono fatto vedere ad inizio anno. Anche perché il futuro è suo e se mantiene le premesse l’attacco del Napoli è in una botte di ferro.

GABBIADINI 4,5 – Il voto non tiene solo conto delle prestazioni in sé, che comunque hanno regalato al Napoli punti importanti con Chievo, Fiorentina e Sampdoria. Il punto è che la sua indolenza è stata fra le principali concause di quell’ottobre nero che ha di fatto tolto al Napoli qualsiasi velleità di puntare allo scudetto e quindi alla fine, a conti fatti, anche di raggiungere il secondo posto. La follia di Crotone da un lato ha messo la pietra tombale sulla sua esperienza napoletana, dall’altro ha contribuito a lanciare definitivamente Dries Mertens da centravanti. Il mezzo voto in meno è per le evitabili esternazioni che Gabbiadini ci ha regalato una volta andato via da Napoli, dove di fatto si sgravava da ogni responsabilità. Magari continuare col mutismo avrebbe giovato al ricordo che ha lasciato nei tifosi napoletani.

PAVOLETTI 5,5 – Forse poteva starci anche un “senza voto” visto l’impatto minimo che ha avuto la sua presenza a Napoli, escluse le ‘prodezze’ fuori campo che lo hanno reso un idolo dello spogliatoio. In campo si è visto poco, complice un infortunio ma soprattutto a causa dell’esplosione di Mertens che gli ha tolto uno spazio che già non sarebbe stato enorme. Insomma, non è tutta colpa sua, ma forse qualcosina in più da lui era lecito attenderselo. Sarebbe bastato anche già ‘sporcare’ il tabellino con la prima segnatura in azzurro. Sarà per l’anno prossimo, ammesso che resti.

a cura di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)

 

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