Karnezis promosso, ma con Ospina e Meret è sacrificabile

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Orestis Karnezis ©Getty Images

Chi ben comincia è a metà dell’opera, diceva un vecchio detto. Chi invece parte come è partito Orestis Karnezis l’opera rischia di non iniziarla neppure.

Male, che peggio era difficile immaginarlo. Dublino, 4 agosto 2018. In scena l’amichevole Napoli-Liverpool, la prima vera apparizione di Karnezis in maglia azzurra… pardon, in maglia serpente. Il risultato lo ricordiamo un po’ tutti, così come ricordiamo la prestazione del portiere greco. Indimenticabile. Ma non per lui, che invece ha dimostrato di essere maturo il giusto per superare anche i momenti più difficili. 33 anni compiuti, una lunga esperienza alle spalle, Karnezis ha risposto presente ogni volta che è stato chiamato in causa da Ancelotti. Cinque presenze nel Napoli, due sole reti subite e tre clean sheet, che per un portiere è sempre una nota di merito. L’infortunio di Meret ha ammortizzato lo smacco dell’arrivo di Ospina, che per il greco era parsa ben più di una bocciatura.

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Karnezis-Ospina, fino a quando reggerà la proficua alternanza?

Scivolato improvvisamente negli strettissimi panni del terzo portiere, ora che torna il suo giovane compagno la questione si porrà nuovamente. Karnezis è stato preso dall’Udinese per 2 milioni e mezzo, una cifra non eccessiva, che lo rende sacrificabile. A gennaio si imporrà una scelta: avere un vice-vice di questo calibro è un lusso anche per il Napoli, e chissà se col mercato di riparazione Karnezis sarà confermato o andrà a difendere i pali di una delle tante squadre che hanno bisogno di un portiere affidabile, anche nel nostro campionato. E senza rimpianti: alla fine Karnezis ha dimostrato di poter essere da Napoli e che Dublino era stato solo un passo falso senza conseguenze.

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