Ancelotti è alla ricerca del giusto equilibrio a centrocampo, ma al suo Napoli manca strutturalmente un’alternativa di gioco
Cagliari, Brescia, Genk e Torino: sono bastate quattro partite al Napoli di Ancelotti per smarrirsi in un vortice di se e di ma, con il tecnico emiliano prigioniero delle proprie idee. Neanche l’improvvisato 4-3-3 visto contro i granata ha risolto il mal di gioco degli azzurri, che hanno preoccupato per disomogeneità di rendimento e mancanza di verve. I problemi tattici sono tutti da ricercare nel sistema liquido disegnato da Ancelotti, anche se attualmente il Napoli sembra soffrire di ben altra malattia. La formazione azzurra appare priva di una reale alternativa di gioco, di una variante che consenta al tecnico emiliano di aggirare lo stallo totale del proprio sistema e costruirne un altro dal quale ripartire. Insomma, per farla breve: Ancelotti non ha strutturalmente le risorse per poter trasformare il proprio calcio fluido, in un calcio ben più codificato e poggiante sul 4-3-3, modulo storicamente caro al Napoli
Al Napoli manca un regista, con il consenso di Ancelotti
L’amara verità viene subito a galla ed è quasi impossibile da diluire in un articolo pieno zeppo di parole da intellettualoide calcistico: al Napoli manca un regista, un elemento che sia capace di fare da raccordo tra la difesa e la mediana, capace di dettare i tempi della manovra e della costruzione bassa della squadra. E più franchi di così, si muore. Senza il playmaker, la possibilità di variare sistema e principi di gioco è ai limiti dell’impresa. Ancelotti ha bisogno di un calciatore che dal basso detti i tempi dell’uscita e che aiuti la squadra a tessere la manovra offensiva. Allan contro il Torino ha dimostrato la totale inadeguatezza al ruolo, mentre Zielinski e Fabian Ruiz non sono immaginabili lì, davanti alla difesa. Strutturalmente manca una pedina importante, che neanche Ancelotti ha cercato o chiesto sul mercato (si presume) e che può raccontare molto dell’ottimismo e della fiducia del tecnico riposti nel proprio sistema di gioco. Chissà che a gennaio, il buon Carlo non possa tornare serenamente sui propri passi per cercare l’ormai smarrito equilibrio tra i piedi di un nuovo regista…