Spalletti trasformista: il dato che non può essere trascurato

Luciano Spalletti è anche trasformista: il dato sulla squadra partenopea che non può essere trascurato in questi primi due mesi

Luciano Spalletti trasformista
L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti (Getty Images)

Il Napoli che vince e conquista l’ottava vittoria consecutiva in campionato ha molti segreti, risvolti e sfaccettature preziose, fondamentali per conservare la prima posizione in classifica. Gli azzurri hanno fin qui coniugato un solo verbo, quello del successo, almeno in Italia ed in Serie A, e molti i meriti che vanno attribuiti anche al tecnico Luciano Spalletti.

Ha trasformato la squadra, ci ha messo del suo ed ha creato un macchina (quasi) perfetta. Erano anni che non si vedevano tutti quei schemi da calci piazzati, ed i gol nati da punizioni o angoli sono aumentati all’ennesima potenza rispetto agli passati.

Altro che i 33 schemi di Sarri, Spalletti ne sa una più del diavolo ed i tifosi sono già innamorati di lui. E l’ex Roma ed Inter ha anche mostrato tutta la sua abilità nel saper leggere le partite in corsa e riuscire a modificarle attingendo a piene mani dalla panchina.

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Spalletti trasformista: il modulo inedito contro il Toro

Luciano Spalletti trasformista
L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti (Getty Images)

C’è però un altro dato che non può non risaltare agli occhi. Luciano Spalletti da Certaldo è un vero trasformista. Il Napoli, in questi primi due mesi di campionato, ha cambiato più volte modulo, spesso adattandosi all’avversario oppure all’esigenza del momento.

Contro il Venezia, causa espulsione di Osimhen, la squadra ha giocato con un 4-4-1 dal 4-3-3 di partenza, la variante del 4-2-3-1 preparata in ritiro e mandata in soffitta per l’infortunio di Demme. Modulo poi rispolverato grazie ad Anguissa, uno e trino, che ha permesso a Zielinski di giocare una ventina di metri più avanti, nella posizione che più gradisce.

Ieri l’ennesima trasformazione che sta rendendo il Napoli anche camaleontico. Dopo il gol, da difendere a tutti i costi, fuori Lozano, un esterno d’attacco, e dentro Juan Jesus, un centrale, ad alzare le barricate davanti ad Ospina. Le indicazioni si sono sentite nitidamente dalla panchina; “5-3-2”, con Mertens accanto ad Osimhen e Di Lorenzo-Mario Rui ancorati nelle loro posizioni. Una soluzione che ha permesso di centrare l’obiettivo dei tre punti.

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