Caso Plusvalenze, perché il Tribunale ha assolto De Laurentiis

Già risolto il caso Plusvalenze che ha visto il Napoli di De Laurentiis protagonista: perché il Tribunale ha deciso di assolvere tutti.

Solo pochi giorni fa è scoppiata la bufera, con il Napoli e la Juventus al centro delle polemiche a causa delle plusvalenze messe a bilancio. La procura federale ha indagato su alcune operazioni di Serie A, Serie B e Serie C, tra cui il passaggio di Osimhen dal Lille al Napoli.

Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis assolto dal Tribunale per il caso Plusvalenze (LaPresse)

Secondo le autorità della FIGC il club azzurro avrebbe gonfiato il valore di mercato del calciatore nigeriano. La stessa pratica sarebbe stata effettuata anche dalla Juve nelle sue operazioni sotto accusa dalla procura.

Per questi illeciti, la procura federale aveva chiesto sanzioni sportive severissime e di lunga durata. Inibizione per Andrea Agnelli di 12 mesi, per l’ex dirigente bianconero Paratici 16 mesi, solo 8 mesi di stop invece per Nedved e Arrivabene.

Anche il Napoli è stato colpito dalla FIGC. De Laurentiis avrebbe dovuto scontare la condanna di 11 mesi di stop; 9 mesi di squalifica per l’ad azzurro Chiavelli, 6 mesi invece per i figli del patron Edoardo e Valentina e la moglie Jacqueline (vicepresidente, assieme ad Edoardo). Il Tribunale, però, ha dato ragione ai club e ha fatto cadere tutte le accuse contro gli 11 club e i 59 dirigenti: il motivo.

Caso Plusvalenze, zero condanne: il motivo

Le accuse della FIGC sono state respinte
Le accuse della FIGC sono state respinte (LaPresse)

Il Tribunale ha accolto la contestazione delle società chiamate in causa dalla FIGC. In effetti, non esiste alcun accordo che provi la falsificazione di un valore né esistono dei parametri che indichino il valore di un calciatore.

E ancora, il Tribunale ha soprasseduto sulle accuse per “violazione delle norme federali in materia gestionale ed economica” e sulla “mancata lealtà“. In altre parole, le accuse della procura federale non possono essere provate. Tra una settimana saranno note le motivazioni e a quel punto il procuratore Chiné deciderà se intervenire con un ricorso o lasciar perdere.

Dunque, è stata confermata la tesi dell’avvocato della SSC Napoli, che aveva dichiarato la mancanza di criteri per definire i valori di mercato dei calciatori. Per tale ragione, non è possibile accusare un club di aver gonfiato o sgonfiato il prezzo del cartellino di un giocatore, poiché non esistono regole in questo ambito. E’ sicuramente l’ora di intervenire e definire criteri ad hoc, come pre-annunciato in tempi non sospetti da Mino Raiola.

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