De Laurentiis rischia la reclusione: è giallo sul suo operato

Il presidente del Napoli rischia un anno di reclusione per falsa fattura: Aurelio De Laurentiis ha evaso migliaia di euro per l’acquisto di un bomber. 

Aurelio De Laurentiis rischia grosso: la richiesta del Pubblico Ministero è di un anno di reclusione per una falsa fattura risalente al 2013.

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli (LaPresse)

E’ un momento d’oro per il Napoli e per il presidente azzurro. La squadra è prima in classifica in Serie A e ha conquistato il primato nel girone di Champions League. Il gruppo è più unito che mai e la tifoseria sogna di poter conquistare finalmente il terzo Scudetto, viste le potenzialità della rosa a disposizione di Spalletti.

La notizia diffusa da la Repubblica, però, gela l’ambiente partenopeo che non si sarebbe mai aspettato una condanna di questo tipo. Oltre ad Aurelio De Laurentiis nel processo per false fatturazioni sono coinvolti altri personaggi noti al mondo del pallone: Adriano Galliani, l’agente Alessandro Moggi, i dirigenti dell’Atalanta Antonio e Luca Percassi.

Cosa avrebbe fatto De Laurentiis nel 2013

Emanuele Calaiò
Emanuele Calaiò, ex attaccante del Napoli (LaPresse)

A gennaio 2013, durante il calciomercato invernale, il Napoli intervenne sul mercato per acquistare un attaccante. Il 12 gennaio il club ufficializzò il ritorno di Emanuele Calaiò con la formula del prestito con diritto di riscatto. Il centravanti siciliano era già noto al pubblico azzurro: giocò nel Napoli già tra il 2005 ed il 2008, contribuendo alla promozione prima in Serie B e poi in Serie A.

Tuttavia, secondo i pm l’acquisto di Calaiò del gennaio del 2013 avvenne in modalità poco trasparenti. Secondo l’accusa, Aurelio De Laurentiis avrebbe evaso 8 mila euro di Iva nell’operazione per il trasferimento del calciatore dal Siena al Napoli. In particolare, la Procura ipotizza il reato di “utilizzo di fatture relative a operazioni soggettivamente inesistenti“. In altre parole, gli agenti dei calciatori indagati avrebbero finto il ruolo di consulenti dei club, pur curando gli interessi degli stessi atleti acquistati dalla società. In questo modo, il Napoli e altre squadre coinvolte avrebbero detratto l’Iva, i giocatori avrebbe intascato l’ingaggio al netto e il procuratore avrebbe incassato la sua parte, concludendo l’operazione. Dunque, per la presunta evasione di 8 mila euro, la Procura avrebbe chiesto la condanna ad un anno di reclusione per il produttore cinematografico. Poco più di un anno, invece, per Galliani e i Percassi.

Ora, De Laurentiis dovrà attendere la sentenza fissata al 2 febbraio. Per il Napoli non sarebbero previste conseguenti importanti, ma l’avvocato del presidente azzurro è pronto a dare battaglia per fare chiarezza in merito a questa presunta falsa fatturazione. Calaiò non è indagato e non rischia alcuna condanna.

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