Le “catene” di Spalletti hanno funzionato: ora però deve scoprire le carte

A furia di incatenarsi, Spalletti è riuscito a trattenere tutti i big: ora, però, qual è il reale obiettivo di questo Napoli?

Genoa Napoli
Napoli (Getty Images)

“Io mi incateno per trattenere i migliori”. Alla fine, ha avuto ragione Spalletti. Seppur un mercato tanto scarno quanto noioso, il Napoli è riuscito a trattenere tutti i pezzi da novanta. E a pensare che la conferenza stampa fiume di De Laurentiis (quella che aveva rotto il silenzio stampa e inaugurato la stagione) aveva fatto preconizzare realtà tutt’altro che felici.

Realtà dove il Napoli avrebbe potuto privarsi dei suoi pezzi migliori. Cedendo, chissà, anche qualcuno dei freschi vincitori d’Europa, o addirittura sfrondando l’ingaggio di capitan Insigne, fino alla definitiva rottura. Invece, Spalletti è riuscito ad incatenarsi attorno alla propria rosa e ad averne anche ragione. Persino per gli elementi più insospettabili di questa rosa, come quel Petagna ormai già con un piede in blucerchiato.

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Andrea Petagna
Petagna (Getty Images)

Spalletti, i big sono rimasti: qual è l’obiettivo del tuo Napoli?

Adesso, però, bisogna scoprire le carte e tirare fuori il tecnico di Certaldo sugli obiettivi reali di questa squadra. Per quanto, lo stesso Spalletti abbia più volte ammesso pubblicamente che “[…] questa squadra è tra le sei-sette del campionato”. Una frase sibillina che può raccontare molto del suo Napoli e dei suoi reali obiettivi: essere lì, provarci fino in fondo e vedere cosa succede.

E ha anche senso pensarla così. Impostare mete irreali ad una squadra che ha vissuto due anni sulla perenne crisi di nervi, sarebbe poco intelligente. Mentre, restando sul vago (mica troppo), si rende comunque giustizia al Napoli e alla sua rosa. La stessa che fu costruita durante la campagna acquisti 2019-2020 e che avrebbe dovuto consacrare l’Ancelotti-bis, come l’anno decisivo per puntare allo Scudetto.

Il Napoli è forte così com’è?

Insomma, Spalletti sa bene che il suo Napoli è forte così com’è. Nonostante le mancanze sulla fascia sinistra e un calciomercato che ha visto i soli Juan Jesus Anguissa unirsi agli azzurri. Soprattutto, Spalletti sa bene che questo sarà un campionato apertissimo, con 6-7 squadre forti, ma tutte estremamente fallibili. Dall’Inter alla Juventus, passando per il Milan, l’Atalanta e le due romane. Nessuna corazzata compare sui radar di questa Serie A.

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Spalletti in panchina
Spalletti (Getty Images)

Il Napoli ha tutto per appartenere alle sei-sette squadre citate da Spalletti. E come non potrebbe, dopo la cavalcata primaverile e poi lo psicodramma col Verona. Un curriculum che la può comunque ascrivere alla lotta per lo Scudetto degli imperfetti. A questo carrozzone composto da squadre tutte potenzialmente prime e tutte potenzialmente settime.

Per scamparla, agli azzurri servirà un solo fattore: la continuità di rendimento. Qualcosa che il Napoli sembra aver smarrito da tempo e che è chiamato a ritrovare quanto prima. Almeno per non vivere un altro campionato anonimo e tornare a quei livelli, che sembravano di routine, fino al calare del 2019. Dopotutto, le premesse sembrano esserci tutte. Per arrivare primi. O per arrivare settimi.

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