Via Fabian, il Napoli cambia pelle: ora gli azzurri non lo fanno più

Il Napoli ha cambiato pelle con la partenza di Fabian Ruiz: ecco che cosa non fanno più gli azzurri in campionato. 

Estate turbolenta per lo spogliatoio del Napoli: tra senatori partiti per l’estero e nuovi arrivi, la squadra è completamente cambiata. Così come sono cambiate alcune caratteristiche del gioco di Spalletti.

Fabian Ruiz, ex centrocampista del Napoli
Senza Fabian Ruiz è cambiato il Napoli (LaPresse)

Gli interpreti sono differenti e tutti i reparti si sono dovuti adattare ad un nuovo modo di fare calcio. La difesa del Napoli, senza Koulibaly, è decisamente meno alta e aggressiva. In questo inizio di stagione, Kim e Rrahmani hanno leggermente abbassato il baricentro, preferendo la concessione del tiro da fuori e impedendo agli attaccanti di segnare da dentro l’area di rigore. Non è un caso che sono arrivati in poco tempo due gol simili dalla distanza, come quello di Zaccagni e quello di Colombo. Problemi di comunicazione tra centrocampo e difesa, in fretta già sistemati.

Ma anche le manovre offensive azzurre sono differenti dall’anno passato. Chiaramente, Kvaratskhelia è un attaccante diverso da Insigne, cerca l’uno contro uno, salta l’uomo e crea superiorità numerica. E le soluzioni che offrono Raspadori e Simeone sono ben diverse da quelle che proponeva Petagna, riserva di Osimhen.

Inoltre, dopo il trasferimento di Fabian Ruiz al PSG, il Napoli ha abbassato anche la ricerca del tiro da fuori: ecco cosa dicono le statistiche.

Senza Fabian è un altro Napoli: i numeri

L'esultanza dei calciatori del Napoli
Com’è cambiato il Napoli: i numeri in attacco (LaPresse)

Il centrocampista spagnolo è stato spesso utilizzato dai compagni di squadra per risolvere partite o situazioni complesse. Una delle sue migliori abilità è il tiro da fuori e spesso il Napoli la sfruttava a dovere.

Nel corso della sua permanenza in azzurro, Fabian Ruiz ha segnato 13 reti da fuori area: meglio di lui solo Mertens e Malinovskiy. Il sinistro chirurgico dell’ex Betis era una minaccia per le difese avversarie, un pensiero in più per i centrocampisti. Ora, invece, il Napoli ha diminuito la ricerca del tiro da fuori. I giocatori di certo non mancano, ma le caratteristiche dei singoli permettono una costruzione diversa del gioco. Zielinski può benissimo fare male dalla distanza, ma è bravo anche ad inserirsi e smarcarsi in area di rigore; Kvaratskhelia è l’unico ad aver segnato da fuori (nella gara contro il Monza), ma preferisce saltare l’uomo in velocità ed entrare nell’area di rigore, per cercare l’assist o il tiro più semplice.

E i numeri non mentono. La stagione 2021-22 è stata chiusa dal Napoli con 13 gol dalla distanza e il 39% dei tiri totali provenienti da fuori area; il 53% di questi, invece, era all’interno; solo il 7% dentro l’area piccola. Dopo sette giornate, la percentuale di conclusioni dalla lunga distanza si sono abbassate notevolmente: 29% da fuori, 69% in area, 11% nell’area piccola.

Insomma, un altro Napoli, con peculiarità diverse, ma la stessa voglia di vincere. Spalletti riprova l’assalto allo Scudetto con le sue nuove armi.

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