Ancelotti-Napoli, tre motivi per cui si può davvero fare

Ancelotti Napoli
La bomba di Marca su Ancelotti

La bomba l’ha lanciata lo spagnolo ‘Marca’ qualche ora fa, confermando le anteprime e le voci dei giorni scorsi. Carlo Ancelotti e il Napoli sarebbero ormai vicinissimi. L’allenatore ex Bayern Monaco e Real Madrid sarebbe in volo per l’Italia per firmare il contratto col Napoli, che a quel punto libererebbe Sarri per il Chelsea. Un ‘baile de banquillos’ che porterebbe sulla panchina azzurra un nome che fa sognare i tifosi, quello che è probabilmente l’allenatore più vincente e quotato fra quelli in attività. Ancelotti al Napoli è un’idea talmente ambiziosa da sembrare inverosimile, per questo in tanti l’hanno subito bollata come boutade clamorosa. E invece a quanto pare no. Adesso, con tutto il rispetto per Marca, non è di sicuro l’indiscrezione di un giornale spagnolo a cambiare le carte in tavola e a “decidere” se l’affare si farà o meno. Né tantomeno vogliamo confermare o smentire in questa sede voci di mercato.

Questa è un’analisi ragionata, una riflessione sui motivi che rendono l’idea-Carletto non così assurda come tanti credono. Perché Ancelotti al Napoli sarebbe un affare possibile, molto più di tanti altri. Per il calciomercato Napoli ma soprattutto per lui. Vediamo perché Ancelotti-Napoli si può fare, in tre semplicissimi punti.

Ancelotti al Napoli? Tre motivi per un sì tutt’altro che assurdo

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Ancelotti © Getty Images

Le conferme si moltiplicano e si inizia già a parlare delle cifre dell’eventuale contratto che legherebbe Carlo Ancelotti al Napoli. E naturalmente, se chiedi alla gente in strada, ti rispondono tutti allo stesso modo: “Ancelotti? Magari! Ma è davvero possibile?”. Sì, lo è, per più di una validissima ragione. Vediamole nel dettaglio.

  • LE MOTIVAZIONI – Dopo la Champions col Milan, dopo aver vinto in ogni top campionato d’Europa, Ancelotti è arrivato ad un punto della carriera in cui la differenza può farla solo compiendo un’impresa decisamente più difficile che vincere a Madrid, a Parigi o a Monaco. Napoli sarebbe la piazza ideale per alzare l’asticella, vincere dove non si vince da 30 anni ed essere quindi “davvero” l’uomo della differenza, senza se e senza ma. E soprattutto senza i mega-milioni delle superpotenze europee. L’ultimo step per essere immortale.

 

  • I SOLDI – Il problema della distanza Sarri-Napoli non sono i soldi, perché quelli ci sarebbero pure, specialmente con determinate cessioni. Semplicemente Sarri non è convinto che con quei soldi si possa allestire una squadra in grado di puntare in alto, e probabilmente dal suo punto di vista ha anche ragione: ci sarebbe prima da sostituire i “suoi” titolarissimi e poi da comprare le riserve. Ma i suoi titolarissimi non sono quelli di Ancelotti. Con alcune cessioni delle quali Sarri non è entusiasta (Jorginho e Hysaj in primis) si può racimolare un budget importante per il mercato: almeno 150 milioni, che uniti al budget preesistente e agli introiti Champions potrebbero portare la quota decisamente più in alto. Un gruzzolo per sognare.

 

  • IL MERCATO – L’arrivo di Ancelotti al Napoli avrebbe lo stesso effetto che ebbe l’arrivo di Benitez. Con una semplice telefonata si potrebbe arrivare a calciatori che invece con la coppia Sarri-Giuntoli sarebbero più complicati da raggiungere. Non per inettitudine, ci mancherebbe, ma Ancelotti, come Benitez, ha un appeal e conoscenze tali da poter sbloccare situazioni che altrimenti sarebbero fuori portata. Basta trovare i calciatori giusti, quelli non proprio inamovibili nei top club, per spendere al meglio il budget a disposizione. Per riaprire un ciclo e tornare a sognare.

 

Ovviamente ci sono ottimi motivi anche per il “no”, oltre che per il sì, quindi da qui a dire che è tutto fatto ce ne passa. Ma di certo Carlo Ancelotti sarebbe il profilo perfetto per ripartire dopo l’eventuale addio di Sarri, che comunque, come detto, avrebbe tutti i motivi per non credere in un rilancio del “suo” progetto. Si è chiuso un ciclo, e per ripartire ci sono due modi: rilanciarlo alla grande o ricominciare da zero. Tra le due opzioni la meno gravosa, per tutti, è sicuramente la seconda.

di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)

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